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JOURNAL OF COMMODITY SCIENCE, TECHNOLOGY AND QUALITY
2009


SIMULTANEOUS DETERMINATION OF PHENOLIC COMPOUNDS IN SELECTED ITALIAN RED WINES

FILOMENA MILANO (*), VANESSA GIANNETTI (*), LAURA GOBBI (*), LAURA RECCHIA (**), ANNA MARIA TAROLA (*)

(*) Sapienza Università di Roma, Facoltà di Economia, Dipartimento “per le Tecnologie, le Risorse e lo Sviluppo”, Via del Castro Laurenziano 9, 00161 Roma, Italy. E-mail: filomena.milano@uniroma1.it, vanessa.giannetti@uniroma1.it, laura.gobbi@uniroma1.it, annamaria.tarola@uniroma1.it
(**) Università degli Studi del Molise, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Dipartimento di “Scienze per la Salute”, 86100 Campobasso, Italy. E-mail: laura.recchia@unimol.it

Abstract:
Over the years, pathological implications have often been remarked in the free radicals formation in the human body, underlining how a diet rich in antioxidant substances can be able to limit oxidative damage. Free radicals are extremely harmful to living organisms to do they attack different constituents cell, which leads to acceleration of the ageing process and sometimes, even, cell destruction or, if the DNA is involved, irreversible malfunctions. Nowadays, a wide range of food and drink, regularly consumed, have a high antioxidant capacity. So, a balanced and sustained intake of these substances with antioxidant characteristics is recommended in the diet. Grapes and grape products, particularly red wine, are a rich source of antioxidant compounds that, as well as their influence to the colour and organoleptic properties, have also beneficial to human health. Scientific reports show that the antioxidant potential of wine is closely related to its content in phenolic compounds. The phenolic composition in wine is affected by a number of factors, including grape variety, fermentation processes, vinification techniques, aging and geographical and environmental factors (soil type and climate).
In this work, the selected italian red wines of the appellation of origin (DOC) were assayed for their polyphenolic content. The total polyphenols content (TPC) was determined by the method of Folin-Ciocalteau. The concentration of eight individual phenolic compounds was determined using a reversed-phase performance liquid chromatography (HPLC) with UV/Vis detector.

Riassunto:
Nel corso degli anni sono state più volte evidenziate implicazioni patologiche causate dalla formazione di radicali liberi nel corpo umano, sottolineando come una dieta ricca di sostanze antiossidanti può essere in grado di limitarne i danni ossidativi. I radicali liberi sono estremamente nocivi agli organismi viventi in quanto attaccano i diversi componenti cellulari con conseguente accelerazione del processo di invecchiamento, talvolta morte cellulare o addirittura, se coinvolto il DNA, danni irreversibili. Una vasta gamma di alimenti e bevande, oggi consumate regolarmente, possiedono un’elevata capacità antiossidante, pertanto un dosaggio equilibrato e prolungato di sostanze con tali caratteristiche è raccomandato nella dieta. L’uva ed i prodotti da essa derivati, in particolare il vino rosso, sono una ricca fonte di composti antiossidanti che, oltre ad influenzarne il colore e le proprietà organolettiche, esercitano azione benefica per la salute dell’uomo. Dati scientifici hanno dimostrato infatti, che il potenziale antiossidante del vino rosso è strettamente correlato al contenuto in composti fenolici. La componente fenolica di un vino è influenzata da una serie di fattori, qualità dell’uva, processi di fermentazione, tecniche di vinificazione, invecchiamento e da fattori ambientali e geografici (caratteristiche del terreno, condizioni climatiche).
Nel presente lavoro è stata valutata la composizione fenolica di campioni di vino rosso italiani selezionati a denominazione di origine controllata (DOC). Il contenuto totale di fenoli (TPC) è stato determinato mediante il metodo di Folin-Ciocalteu. La concentrazione di otto composti fenolici mediante cromatografia liquida ad alte prestazioni (HPLC) a fase inversa con rivelatore UV/Vis.

Keywords:
polyphenols, HPLC, TPC, red wines


IMPLEMENTATION OF LABEL CONTENTS OF GASTRONOMIC TYPICAL PRODUCTS AS A TOOL OF SPREAD OF ZONE CHARACTERISTICS: FEASIBILITY ANALYSIS FOR SOME FINES LOMELLINA RICES 1

CRISTINA CORDONI (*), VITTORIO VACCARI (**)

1 Paper done with the contribution of the Cariplo Foundation (Milano, Italy) Contributions by the authors: C. Cordoni 80%, V. Vaccari 20%.
(*) Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Ecologia del Territorio, via S. Epifanio, 14 – 27100 Pavia, Italy. Corresponding author: e-mail cristina.cordoni@unipv.it
(**) Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Ricerche Aziendali “R.Argenziano”, via S. Felice,5 – 27100 Pavia, Italy

Abstract:
In addition to the mandatory contents, labels correspond to the information need of an increasingly mature and aware market. Among the communication strategies already present into labels of local products, the highlight of links with the territory becomes a further typical element of a product: the territory is capable of adding value to its local products, but typical products are also able to increase the attractiveness of an area, becoming, in turn, a valuable promoting tool of territory itself.
The Lomellina history and its socio-economic development are inextricably intertwined with the spread of rice growing and rice making, because rice is the product for excellence of the territory. Therefore, this work aims to delineate the possible pathways for the introduction of a territorial labelling of the rice product, that can highlight typical features of the product but also provide visibility and recognition to an area, enhancing both the environmental and cultural richness.

Riassunto:
Oltre ai contenuti obbligatori, le etichette rispondono sempre più all’esigenza di informazione di un mercato via via più maturo e consapevole. Fra le strategie di comunicazione, contenute nelle etichette dei prodotti tipici, l’evidenziazione dei legami con il territorio esprime la “tipicità nello spazio”: se da un lato il territorio è in grado di aggiungere valore ai prodotti tipici in esso realizzati, anche i prodotti tipici sono in grado di aumentare l’attrattività di una determinata area, diventando, a loro volta, un valido strumento di promozione. La storia della Lomellina ed il suo sviluppo socio-economico si intrecciano inscindibilmente con la diffusione della risicoltura e fanno del riso il prodotto tipico per eccellenza del territorio. Pertanto, il presente lavoro si pone l’obiettivo di delineare possibili percorsi per l’introduzione di una etichettatura territoriale del prodotto riso, capace di evidenziare la tipicità del prodotto stesso ma anche di dare visibilità e riconoscibilità ad un territori, valorizzandone al contempo le ricchezze ambientali e culturali.

Keywords:
Rice, typical product, territorial label


PRODUCTION OF BIODIESEL FROM CANOLA OIL (BRASSICA NAPUS) USING HYDROESTERIFICATION PROCESS

IMMACOLATA MANCO (*)

(*) Dipartimento Ricerche Aziendali, Università di Pavia, Italy, e-mail address manco.imma@yahoo.it

Abstract:
Biodiesel is considered an important substitute of diesel oil. The objective of this work is to produce biodiesel, from esterification of the fatty acid obtained from hydrolysis of canola oil, using powdered niobic acid (Nb2O5xH2O) as catalyst. Experiments were conducted following a factorial design 23. For both reactions (hydrolysis and esterification) the temperature (250, 275, 300 °C for hydrolysis and 150, 175, 200 °C for esterification) and the mixing velocity (700 rpm1) remained constant during all reaction. At the end of the reaction, the fatty acid was separated from glycerol, the catalyst, when used, can be recovered through filtration. The percentage of free fatty acid was calculated by titration with NaOH 0.25 N (Method proposed by AOCS, American Oil Chemists Society, Ca-40 method). The best conversion yields obtained in the hydrolysis were observed at 300 °C with 20% of catalyst: at the highest molar ratio (oil:water 1:20) the conversion was 88.5% and at the at lowest molar ratio (oil:water 1:5) tthe conversion was 84.5%. The best conversion obtained in the esterification was observed working in excess of methanol (fatty acid: methanol 1:3) and at a temperature of 200 °C; the concentration of catalyst is only relevant in the first 40 minutes of reaction. After one hour, even non-catalytic reaction produced high conversions at 200 °C. This process that integrates hydrolysis and esterification can be used as a potential alternative to transesterification.

Riassunto:
Il biodiesel è considerato un importante sostituto del diesel. L’obiettivo di questo lavoro è produrre biodiesel, esterificando l’acido grasso ottenuto dall’idrolisi dell’olio di canola, usando acido niobico in polvere (Nb2O5xH2O) come catalizzatore. Gli esperimenti sono stati condotti, seguendo un “factorial design” 23. In entrambe le reazioni, la temperatura (250, 275, 300 °C per l’idrolisi e 150, 175 e 200 °C per l’esterificazione) è mantenuta costante durante i prelievi, così come l’agitazione (700 giri/min.). Al termine della reazione, l’acido grasso è separato dal glicerolo. Il catalizzatore, quando utilizzato, può essere recuperato per filtrazione. La percentuale di acido grasso libero è stato calcolato per titolazione con NaOH 0.25 N [Metodo estratto da AOCS [American Oil Chemists Society (Ca-40)]. Nelle reazioni di idrolisi buone conversioni si sono ottenute, lavorando con il 20% di acido niobico alla temperatura di 300 °C, sia utilizzando un eccesso di acqua, (rapporto molare olio:acqua 1:20 conversione = 88.5 %), sia con una quantità minore (rapporto molare olio:acqua 1:5 conversione = 84.5%). Nelle reazioni di esterificazione le conversioni migliori si ottengono lavorando in eccesso di metanolo (rapporto molare acido grasso:metanolo 1:3) alla temperatura di 200°C, la presenza di acido niobico è rilevante solo nei primi quaranta minuti di reazione. Dopo un’ora, anche con reazioni condotte in assenza di catalizzatore si ottengono rese elevate.

Keywords:
biodiesel, hydrolysis, esterification, acid niobic.


CONTENT OF HIGH BIO AVAILABLE CAROTENOIDS IN TOMATO - BASED PRODUCTS

MASSIMO CALABRESE (*)1, MATTEO QUARANTOTTO (*), PAOLO BOGONI (*), ANTONELLA CALABRETTI (*), LUCIANA GABRIELLI (*)

(*) Dipartimento dei Materiali e delle Risorse Naturali – Sezione di Merceologia, Università di Trieste, via A. Valerio 6, 34127 Trieste
1 Corresponding Author : E-mail massimo.calabrese@econ.units.it

Abstract:
The most abundant carotenoids present in tomato-based products were taken into account. Several samples coming from Italian stores have been analysed by using an RP – HPLC method. These products show a free carotenoids content proportional to the intensity of the manufacturing processes to which their are subjected. Among the carotenoids lycopene isomerises in various cis forms under different chemical – physical conditions. The lycopene antioxidant activity appears to be related to its trans – cis isomerisation degree, and the stability and the relative abundance of the isomers were investigated by applying heating and illumination. The cooking process seems to increase the total lycopene availability, whereas a prolonged exposure to a light source appears to be the best way to obtain the cis isomers. ß-carotene is partially subjected to degradative processes, and do not shows an appreciable isomerisation degree under the same conditions.

Riassunto:
In questo lavoro vengono studiati i più importanti carotenoidi presenti nei prodotti a base di pomodoro. I campioni dei diversi prodotti, reperiti sul mercato italiano, sono stati analizzati usando una metodica RP-HPLC. La quantità dei carotenoidi liberi riscontrata, appare proporzionale all’intensità del trattamento tecnologico impiegato. Tra i carotenoidi il licopene isomerizza in diverse forme cis a seconda delle diverse condizioni chimico-fisiche del trattamento.


THE SIGNIFICANCE OF INDUSTRIAL USES OF CO2 (PROCESSES, PRODUCTS AND GOODS) AS INSTRUMENT FOR THE ATTENUATION OF THE GREENHOUSE EFFECT AND FOR THE OBTAINING OF ECONOMIC VALUES

GIANCARLO SANTOPRETE (*) PAOLO BERNI (**)

(*) Department of Business Economics, University of Pisa, Via C. Ridolfi, 10, Pisa, Italy, 56124.
(**) Department of Sciences of Man and Environment, University of Pisa, Via E. Filiberto, 1, Pisa, Italy, 56127.

Abstract:
It is widely believed that climate change on the planet largely depends on discharges of CO2 due to human activities. This is the reason why many countries, including China, have committed themselves, with the Kyoto Protocol, to reducing their discharge of CO2 into the atmosphere. Reducing the discharge of CO2 has therefore become a common objective of the international community, to be pursued primarily through a series of actions aimed at increasing the sustainability of industrial processes.
There are various types of actions that have been proposed: they range from reducing the use of fossil fuels, the separation of CO2 prior to its release into the atmosphere, its capture and storage in the oceans or underground, to an increase in the use of renewable energy sources, nuclear energy, etc. The paper, however, pays particular attention to the contribution that CO2 is able to provide both in industrial processes and as a raw material employed in production processes, to obtain products and goods, and ultimately, to the way in which, from a waste product with a high environmental impact (like CO2 ) it is possible to create economic value. The authors quantify this possibility.

Riassunto:
E' opinione diffusa che il cambiamento climatico del pianeta dipende in gran parte dalle emissioni di CO2 dovute alle attività umane. Questo è il motivo per cui molti paesi, compresa la Cina, con il protocollo di Kyoto si sono impegnati a ridurre le proprie emissioni di CO2 in atmosfera. La riduzione delle emissioni atmosferiche di CO2 è pertanto divenuto un obiettivo comune della comunità internazionale, da perseguire prioritariamente mediante una serie di azioni rivolte ad accrescere la sostenibilità dei processi industriali. Ci sono vari tipi di azioni che sono state proposte: esse vanno dalla riduzione dell’uso dei combustibili fossili, alla separazione della CO2 prima della sua emissione in atmosfera, alla cattura e allo stoccaggio negli oceani e nel sottosuolo ad un aumento dell'uso di fonti rinnovabili di energia, di energianucleare ecc. Il lavoro, tuttavia, pone particolare attenzione al contributo che la CO2 è in grado di dare sia nei processi industriali sia come materia prima impiegata neiprocessi produttivi per ottenere prodotti e merci, in ultima analisi al modo in cui da un refluo di elevato impatto ambientale (CO2 ) è possibile ottenere valore economico. Gli autori quantificano tale possibilità.

Keywords:
Climate change, CO2 discharge, CO2 uses, Industrial processes,products and goods incorporating CO2


APPLICATION OF A LIFE CYCLE COST ASSESSMENT MODEL TO WIND OFF SHORE GENERATORS

MARIA TERESA CLASADONTE (*), AGATA MATARAZZO (*)

(*) Department of Economics and Territory, Commodity Sciences, University of Catania, Corso Italia 55, 95129 Catania, Italy – Tel: 00390957537921; e-mail: clasadon@unict.it; amatara@unict.it.

Abstract:
In this paper a new methodological approach, Life Cycle Cost Assessment, is applied to evaluate the investment concerning a wind offshore plant location in Sicily East Coast, with the aim of highlighting the opportunity for distinguishing the single amounts of costs and of monetary and non-monetary benefits throughout the whole life cycle of the investment. In particular, we analyze economic quantification of the damage deriving from the construction of the system, divided into environmental impacts due to the construction of a single turbine and environmental impacts as a consequence of the construction of the foundations. The preliminary economic information for the LCCA analysis of the examined wind park offshore regards the management of the monetary capital initially invested, evaluation of the interest rate and other useful parameters, used to compute the present value of the cash-flows accrue during the project lifetime. In particular, the costs for the construction of the plant, disposal of material, operation and maintenance are evaluated. Moreover, the positive cash-flows are quantified as a consequence of the sell of wind energy and Renewable Energy Certificates. In this way, a more precise implementation of the LCCA in whatever type of structural investment is made possible, allowing the examination of all information useful for supporting the decision process.

Riassunto:
In questo lavoro la nuova metodologia dell’LCCA è stata applicata alla valutazione di un impianto eolico off shore di produzione di energia elettrica, da collocare a largo delle coste orientali della Sicilia, allo scopo di analizzare le singole categorie di costi e i differenti benefici monetari e non monetari derivanti dall’intero ciclo di vita di questa tipologia di investimento. Le informazioni economiche preliminari all’analisi di LCCA relativa al parco eolico offshore in esame riguardano la gestione del capitale monetario inizialmente investito, la stima dei tassi di interesse e di altri parametri utili per l’attualizzazione dei costi (e degli eventuali ricavi) complessivi durante tutto il ciclo di vita dell’impianto. In particolare sono stati valutati e quantificati i costi per la realizzazione dell’impianto eolico offshore, i costi dismissione ed i costi operativi. Inoltre sono stati quantificati i ricavi derivanti dalla produzione dell’energia elettrica, sia tramite la sua cessione alla rete sia dalla vendita dei certificati verdi, in modo da analizzare tutte le informazioni chiave per una più esatta scelta di investimenti da parte del decisore.

Keywords:
Life Cycle Cost Assessment, wind offshore plant, environmental impacts, economic benefits.


TECHNICAL FEASIBILITY FOR THE EXPLOITATION OF METHANE HYDRATES

STEFANIA MASSARI (*)

(*) Dipartimento di Studi Aziendali, Giuridici ed Ambientali – Università del Salento, Italy.

Abstract:
Methane hydrates have been largely studied in the last years as a potential energy source and many international projects are focused on this topic, but numerous technical problems still need to be solved. In this paper the most recent findings in gas hydrates discovering, investigating, recovery and producing techniques have been analysed. Particular attention has been put on the possible ways of exploiting gas hydrates even as a means of gas transportation and ocean carbon storage.

Riassunto:
In questi ultimi anni, molti studi e numerosi progetti di ricerca a livello internazionale si sono focalizzati sugli idrati di metano come possibile fonte energetica; purtroppo a tutt’oggi si presentano ancora molte difficoltà tecniche che necessitano di essere risolte, prima di poter sfruttare commercialmente questa risorsa. Nel presente lavoro vengono analizzate le più recenti tecniche per la ricerca, l’identificazione ed il recupero degli idrati e la successiva produzione di metano da essi. In particolare, ci si concentra sui possibili modi di sfruttare gli idrati di metano, tra i quali appaiono decisamente interessanti l’utilizzo dei depositi oceanici per lo stoccaggio della CO2 e l’uso degli idrati come nuova modalità di trasporto del gas naturale.

Keywords:
methane hydrates formation, recovery, CO2 injection, NGH chain


SUSTAINABILITY REPORT: PRESENT STATUS AND FUTURE

ANTONELLA VALVASSORI (*)1, VITTORIO VACCARI (**)

1 Contributions by the authors: A. Valvassori 80%, V. Vaccari 20%.
(*) Commodities Science PhD Student - Università degli Studi di Bari, Dipartimento di Scienze Merceologiche, Commodity Science Lecturer - Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Ecologia del Territorio e degli Ambienti Terrestri, Dipartimento di Ricerche Aziendali - e-mail merceologia@unipv.it
(**) Commodities Science Professor - Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Ricerche Aziendali , e-mail vittorio.vaccari@unipv.it

Abstract:
With a new perspective, although long it’s consolidated, the CSR, the Sustainability Report has become the main instrument of social and environmental reporting, to be attached to the purely economic vision presented by the Annual Management Budget. Those two documents are completing each other and together can provide, to stakeholders, the whole framework about the results, reports, spill and the company involvement in its territory place of action. The preparation of this report has become, for many companies, a form of investment and fits well with a new corporate governance, open to a more organic and determining participation towards the internal and external users. But it is an important means of communication for the company and to make know its image, only if it is built in depth, not superficial, considering the subject that more affect the community and encouraging a link of continuous contact and transparent relationships with people, as real or potential stakeholders.

Riassunto:
The Sustainability Report is evolving, in order to understand all the sensitive issues of the community and is transforming its vision triple bottom line (economic, social, environmental), with a view to multistakeholder type, to offer a panorama all-round of the business, which might better suit the individual needs of users of products / services offered by the company. The enterprise image must therefore be the most faithful possible to the parameters that civil society requires and, in the classical improving continuously logic, must pursue the temporal standard of sustainability more sophisticated and current, indicative of a reality in perpetual evolution. These standards are provided by national, European and international laws and also by the ISO standards related the areas of application concerning Quality, Safety at Work, Environment and Ethics.

Keywords:
Nell’ottica nuova, anche se ormai consolidata, della Responsabilità Sociale d’Impresa, il Bilancio di Sostenibilità è diventato lo strumento principale di rendicontazione sociale e ambientale, da affiancare alla visione meramente economica presentata dal Bilancio d’esercizio. I due documenti sono l’uno il completamento dell’altro e insieme riescono a fornire agli stakeholder il quadro completo riguardante i risultati, le relazioni, le ricadute e i coinvolgimenti che l’azienda matura nel suo territorio di azione. La stesura di tale rapporto deve diventare per le imprese una forma di investimento da collocare nell’ottica di una nuova governance aziendale, aperta alla partecipazione organica e determinante dei fruitori interni e esterni. Il Bilancio di Sostenibilità costituisce un mezzo di comunicazione fondamentale per l’immagine aziendale, soltanto nel caso in cui la sua redazione sia effettuata in maniera approfondita e puntuale, prendendo in esame gli argomenti che più interessano la comunità e privilegiando continuo contatto e relazioni trasparenti con il pubblico, costituito da stakeholders reali e potenziali, diretti e indiretti, istituzionali e non. Il Bilancio di Sostenibilità si sta evolvendo, proprio allo scopo di comprendere tutte le tematiche sensibili della comunità e sta trasformando la sua visione triple bottom line, economica, sociale, ambientale, in una prospettiva di tipo multistakeholders, in modo da offrire un panorama a tutto tondo dell’attività d’impresa, per soddisfare al meglio le esigenze degli utilizzatori di prodotti/servizi offerti dall’azienda. L’immagine dell’impresa deve risultare dunque la più fedele possibile ai parametri che la società civile richiede e, nell’ottica classica del migliorando continuo, deve perseguire nel tempo gli standard di sostenibilità più sofisticati e attuali, indicativi di una realtà in perpetua evoluzione. Tali standard sono forniti da leggi nazionali, europee ed internazionali, nonchè dalle norme ISO inerenti gli ambiti di applicazione che riguardano qualità, sicurezza sul lavoro, inquinamento e ambiente.


AN APPRAISAL OF QUALITY STANDARDS DIFFUSION IN THE NATIONAL ECONOMIC SYSTEM

MICHELA SPECCHIARELLO (*), MARIA LAURA GIAGNORIO?(**)

(*) Professore Ordinario di Scienze Merceologiche, Università del Salento, Dip. di Studi Aziendali, Giuridici ed Ambientali; Ecotekne, Via per Monteroni 75, 73100, Lecce, tel. 0832 298747; e-mail: michela.specchiarello@unisalento.it
(**) Ricercatore, Università degli Studi di Pavia, Dip. di Ecologia del Territorio, via S.Epifanio, 14, 27100 Pavia; tel. 0382 984851; e-mail: marialaura.giagnorio@unipv.it - lgiagnr@eco.unipv.it

Abstract:
In the domain of economics and management, the meaning attributed to the concept of “quality” has experienced a significant evolution, thus expanding and enriching its connotations. In fact, in parallel with the concept of technical and economic quality, new widespread concepts of quality are progressively acknowledged, including: socio-ethical and environmental issues, working and health safety conditions, information and food security, etc. Each one of these quality subsets represents requirements that can be translated into voluntary or compulsory standards whose compliance can assume different forms of expression (product certification, systems certification, personnel certification, audit procedures etc.). The ISO 9001 and ISO 14001 series are only two amongst the multiplicity of international standards that can satisfy their correlated requests. The worldwide exponential progression and diffusion of certification has also taken place in the Italian socio-economic context. This paper seeks to analyse the general as well as the national trend in the evolution of certifications according to the standards ISO 9001 (QMS, Quality management systems) and ISO 14001 (EMS, Environmental quality systems), via significant prevalence indexes, which allow to identify the policies required to favour the diffusion of such certifications.

Riassunto:
Nel campo delle discipline economico aziendali, il significato attribuito al concetto di qualità ha subito un’evoluzione significativa arricchendosi di nuove e differenti connotazioni. Accanto al concetto di qualità tecnica, economica ed ecologica si vanno affermando, sempre più, nuovi aspetti del più ampio concetto di qualità: etico-sociale, ambientale, del personale sicurezza della salute e del lavoro, sicurezza delle informazioni ed alimentare ecc. Ciascuno di questi aspetti della qualità è rappresentativa di esigenze che possono essere tradotte in norme, volontarie o cogenti, e la cui soddisfazione può assumere diverse forme (certificazione di prodotto, di sistema, di personale, attività d’ispezione ecc). Le normative della serie ISO 9001 (sistemi di gestione per la qualità) e ISO 14001 (sistemi di gestione per la qualità ambientale) rappresentano soltanto due delle molteplici norme, ancorché le più diffuse, che sono state dettate a livello internazionale e che sono tese alla soddisfazione dei bisogni correlati. Il trend esponenziale che ha caratterizzato l’evoluzione e la diffusione del fenomeno della certificazione a livello mondiale ha anche contraddistinto il contesto socio-economico nazionale. Il presente lavoro si pone l’obiettivo di analizzare l’evoluzione del fenomeno della certificazione secondo le norme della serie ISO 9001 e ISO 14000, a livello generale e all’interno del contesto socio-economico nazionale, attraverso indici significativi di prevalenza, al fine di cogliere le dinamiche e individuare politiche mirate per favorirne la diffusione.

Keywords:
Quality management, Environmental management, certification indexes, regional indexes, issued certificates


FARINDOLA SHEEP CHEESE 1

FRANCO di GIACOMO 2, ANTONELLA DEL SIGNORE (*)2,MARIO GIACCIO (**)2

1 This work was financed by the Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo (ARSSA), in agreement with Dipartimento di Scienze – Università “G. d’Annunzio”.
2 Dipartimento di Scienze, Università “G. d’Annunzio”, Viale Pindaro, 42 – 65127 Pescara, Italy.
* Corresponding Author; Phone: +39-085-4537505; fax: +39-085-4537545; e-mail: signore@sci.unich.it
** Online University Torrevecchia Teatina (CH), Italy.

Abstract:
Samples of sheep cheese produced with pig rennet in the Farindola area were compared with samples of sheep cheese produced with calf rennet which were produced using the same methods of processing and aging as the Farindola cheese. To distinguish the samples 18 chemical parameters (among which, 9 amino acids) and 25 volatile substances were chosen. In addition a taste analysis was carried out by a Panel of tasting experts. All of the data thereby obtained was analysed statistically through discriminate analysis. Both the analytical data and the taste expert Panel results show a net differentiation between the cheeses produced with the two different types of rennet. The different procedures used to treat the surfaces of the two different types of cheese account to some extent for the differentiation but the rennet used is by far the more significant factor in distinguishing the cheeses.

Riassunto:
Sono stati presi in esame campioni di formaggio pecorino prodotti con caglio di maiale nell’area tipica di Farindola in confronto con campioni prodotti con caglio di vitello nelle stesse condizioni di processo e stagionatura. Per la differenziazione dei campioni sono stati dosati 18 parametri chimici (fra cui 9 aminoacidi) e 25 sostanze volatili ed inoltre è stata eseguita un’analisi sensoriale con un Panel Test di esperti assaggiatori. Tutti i dati ottenuti sono stati analizzati statisticamente mediante l’analisi discriminante. Sia il confronto dei dati analitici che quello del Panel test hanno mostrato una netta differenziazione fra i formaggi prodotti con due cagli diversi. Il trattamento di superficie, previsto dal Disciplinare di produzione, influisce sulla differenziazione dei campioni ma non tanto quanto il caglio utilizzato.

Keywords:
Pig rennet, calf rennet, sheep cheese, Farindola sheep cheese.


A METHOD TO INVESTIGATE GLYCERIDES IN COW’S MILK AND DAIRY PRODUCT FATS

EMILIO BOTTARI, CHIARA DE BERNARDIS, MARIA ROSA FESTA (*)1, VITTORIO RAMPINO

(*) Dipartimento di Chimica, edificio “S. Cannizzaro”, Università “La Sapienza”, P. le A. Moro 5, 00185 Roma, Italy
1 Corresponding author: Tel.: + 39 06 49913643, Fax: + 39-06-490631; e-mail: Mariarosa.Festa@uniroma1.it

Abstract:
The official Italian legislation describes the milk fat analysis of triglycerides by assuming the result mathematically elaborated as characterizing parameter. This paper proposes an alternative HPLC method of qualitative and quantitative analysis, easier, faster and more suitable than the official Italian method. For this purpose, samples of raw and pasteurised milk and cheeses obtained from the same milk were analysed. According our method, the fat is dissolved at room temperature in the eluente used for HPLC. A gradient elution with evaporative light-scattering detector (ELSD) yields good results in short time. The proposed method performs qualitative and quantitative analysis. Diand tri- glycerine esters, cholesterol and cholesteryl derivates were determined. Limit of detection (LOD = 4 ppm) and limit of quantification (LOQ = 8 ppm) were also obtained. Chromatograms obtained for cheese qualitatively coincide with those of milk of provenience.

Riassunto:
La legislazione ufficiale Italiana riporta l’analisi dei trigliceridi del grasso del latte assumendo il risultato elaborato matematicamente come parametro caratterizzante. Questo lavoro propone un metodo HPLC di analisi qualitativa e quantitativa alternativo, più semplice, più veloce, e più adatto del metodo ufficiale Italiano. A questo scopo, erano analizzati campioni di latte crudo e pastorizzato e formaggio ottenuto dallo stesso latte. Secondo il metodo qui proposto, il grasso è sciolto a temperatura ambiente nell’eluente usato per HPLC. Una eluizione a gradiente con il rivelatore “evaporative light-scattering detector” (ELSD), diede buoni risultati in tempi brevi. Il metodo proposto è in grado di fare l’analisi qualitativa e quantitativa. Erano determinati di- e tri- esteri della glicerina, colesterolo, e colesterin derivati. Sono stati anche ottenuti i limiti di rivelabilità (LOD = 4 ppm) e di quantificazione (LOQ = 8 ppm). Cromatogrammi relativi ai gliceridi del grasso del formaggio coincidono con quelli del latte da cui sono stati preparati.

Keywords:
glycerides, cow milk, dairy product fats, HPLC


FOOD CONSUMPTION AND INNOVATION: FUNCTIONAL FOODS

VANESSA GIANNETTI (*)1, ELENA TESTANI (*), LAURA RECCHIA (**)

(*) Dipartimento per le Tecnologie, le Risorse, e lo Sviluppo, Facoltà di Economia, Sapienza Università di Roma, Via del Castro Laurenziano 9, 00161, Roma, Italia.
1 Corresponding author: vanessa.giannetti@uniroma1.it
(**) Dipartimento di Scienze per la Salute, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi delMolise, Campobasso, Italia.

Abstract:
Increasing numbers of scientific evidences demonstrate the health-promoting properties of some foods and food components besides ensuring the basic nutrients intake. The profound changes in the society lifestyles of the last decades have made consumers more conscious regard the connection between health, longevity and diet, orienting their choices towards new food models. It’s particularly interesting the possibility to prevent those diseases that have spread in countries with economic well-being, only modifying eating habits, and, in this contest, functional foods play undoubtedly an outstanding role in the continuous changing demand for foods. In order to meet these needs, processing industries will have to choose indeed whether to maintain product lines responding to the logic of competition only, or to point to a new development prospective represented by the connection between scientific research and demand for wellness. The aim of this work is providing an overview on the current worldwide legislative situation, market development and the future potential of functional foods, focusing on the Italian market condition.

Riassunto:
Numerose ricerche scientifiche hanno evidenziato la capacità di alcuni alimenti e componenti alimentari di apportare significativi benefici per la salute oltre ad assicurare il fabbisogno ordinario di sostanze nutritive. I molteplici cambiamenti negli stili di vita della società, registrati negli ultimi decenni, hanno reso i consumatori sempre più consapevoli del legame esistente tra salute, longevità e dieta alimentare, orientando così le loro scelte verso nuovi modelli alimentari. Particolarmente rilevante è la possibilità di prevenire, modificando le abitudini alimentari, quelle patologie che nel corso degli ultimi decenni si sono diffuse a livello epidemico nelle popolazioni dei Paesi in cui c’è benessere economico e, in questo contesto, gli alimenti funzionali giocano un ruolo fondamentale nel continuo mutamento della domanda di beni alimentari. Per far fronte a quanto detto, l’industria alimentare si troverà a dover scegliere se mantenere le linee di prodotto che rispondano ad una logica di sola concor enza con le altre imprese oppure puntare su una nuova prospettiva di sviluppo, rappresentata dall’incontro tra ricerca scientifica e domanda di benessere. Il presente lavoro ha lo scopo di fornire una panoramica riguardo al quadro legislativo a livello mondiale, alle dimensioni del mercato ed alle potenzialità future degli alimenti funzionali, focalizzando l’attenzione verso il mercato italiano.

Keywords:
Functional food, Functional food market, Food consumption


LEGISLATIVE FACTORS AND PRODUCT SPECIFICATIONS IN THE MARKETING OF “LIGHT” FOODSTUFFS

ANGELA TARABELLA (*), BARBARA BURCHI (**)

(*) Business administration Department, Faculty of Economics, University of Pisa, Via C. Ridolfi, 10 – Pisa, e-mail: atarabel@ec.unipi.it.
(**) Business administration Department, Faculty of Economics, University of Pisa, Via C. Ridolfi, 10 – Pisa, e-mail: bburchi@ec.unipi.it.

Abstract:
In the second half of the twentieth century, a new paradigm in food consumption emerged, expressed in the quest for low-calorie foods, with the objective of meeting new aesthetic standards, but also countering the development of overweight-related diseases. The food industry has been able to grasp the consumers’ current needs with the introduction of reduced-calorie foods that, unlike other categories of products, have been showing an increasing sales trend. In this paper, after analyzing the specifications, composition and production characteristics of low-calorie food products, we have attempted to clarify the effectiveness of said foods and the way the latter are perceived by consumers, in the light of the developments in the legislation regulating the marketing of reduced-calorie foods.

Riassunto:
Nella seconda metà del XX secolo si è affermato un nuovo paradigma nei consumi alimentari che si esprime nella ricerca di beni a basso contenuto calorico sia per avvalorare i nuovi canoni estetici sia per contrastare la diffusione di malattie legate al sovrappeso. L’industria alimentare ha saputo cogliere questo nuovo bisogno dei consumatori con l’introduzione degli alimenti light che, a differenza di altre categorie di prodotti, registrano un trend crescente delle vendite. Nel presente lavoro, dopo aver analizzato le caratteristiche merceologiche, produttive e di composizione degli alimenti light, si è cercato di fare chiarezza sull’efficacia di questi alimenti, sulla percezione che ne ha il consumatore, alla luce dell’evoluzione normativa che ha interessato la loro commercializzazione.

Keywords:
“light” foods, claims, nutritional labelling


THE ENERGY VALORIZATION OF DEJECTIONS FROM LIVESTOCK BREEDING: SUSTAINABLE PLANNING IN THE LOMBARDY REGION

CRISTINA CORDONI (*), DAVIDE PIGNONE (**), VITTORIO VACCARI (***)

(*) Dipartimento di Ecologia del Territorio – Università degli Studi di Pavia – via S.Epifanio, 14 27100 Pavia, e-mail cristina.cordoni@unipv.it
(**) Master degree in Economia e gestione delle Imprese, e-mail davide.pignone@gmail.com
(***)Dipartimento di Ricerche Aziendali “Riccardo Argenziano” - Università degli Studi di Pavia – via S.Felice n.5/7 27100 Pavia e-mail vittorio.vaccari@unipv.it

Abstract:
The Italian livestock breeding sector is going through a moment of crisis that demands some innovation in its managerial strategies. A possible way is to extend traditional farming, exclusively oriented to the "food" sector, exploiting the available resources by producing also energy. The anaerobic bio-digestion of livestock breeding dejections represents an opportunity presenting several positive effects. First of all, the production and trade of electrical energy from renewable sources that can also be remunerated with government incentives. Secondly, and aligned with Community directives, storing dejections from simple waste becomes a resource from which matter and energy can be recovered. Using a dedicated software tool it was possible to foresee a hypothesis of intervention in the most critical areas of Lombardy. In fact, creation of medium-large consortiums allows optimization of their sustainability while having the resources required for the implementation of nitrates management technologies, thus co plying with the relative EU directive.

Riassunto:
La zootecnia italiana attraversa un momento di crisi che impone l’avvio di innovazioni gestionali. Un percorso possibile è legato all’evoluzione della tradizionale agricoltura, esclusivamente legata al settore “food”, attraverso la valorizzazione delle risorse disponibili anche con finalità energetiche. La biodigestione anaerobica degli effluenti zootecnici rappresenta una opportunità foriera di numerosi effetti positivi. In primo luogo, la produzione e commercializzazione di energia elettrica da fonte rinnovabile, remunerata anche con incentivi statali. In secondo luogo, i reflui zootecnici che, da semplice rifiuto da stoccare, diventano una risorsa da cui recuperare materia ed energia, in linea con quanto disposto dalle Direttive comunitarie. Attraverso uno strumento di calcolo, appositamente elaborato, è stato possibile configurare un’ipotesi di intervento nelle aree maggiormente critiche della Lombardia. Infatti, la costituzione di impianti consortili medio-grandi consente di ottimizzarne la sostenibilità e anche di disporre, in prospettiva, delle risorse per affrontare l’implementazione di tecnologie per la gestione dei nitrati, nel rispetto della relativa Direttiva.

Keywords:
Renewable energy, biogas, dejection, waste, sustainability, anaerobic digestion